IN SCENA
Teatro
Beckett minuscolo in stop motion
di Renato Palazzi
Fra tutto il buono e il meno buono che la gente di teatro sta facendo per sopperire all’impossibilità di andare in scena vorrei segnalare una creazione nata ad hoc, per riflettere stati d’animo e sensazioni di questo tempo sospeso, che nel suo genere è un piccolo capolavoro di fantasia e intelligenza. È opera del Teatrino Giullare, una formazione che ha sempre agito a un alto livello di raffinatezza nel campo degli spettacoli con oggetti, manichini, doppi o protesi artificiali dei due interpreti umani, e si intitola non a caso Diario dei “giorni felici”. Si tratta di sette brevissimi video, uno per ogni giorno della settimana – destinati, si spera, a proseguire – in cui la nostra attuale clausura viene commentata con parole del testo di Beckett, Giorni felici, e ha il suo equivalente nell’immagine di Winnie imprigionata fino al busto in una montagnola. La montagnola è un mucchietto di terra alto pochi centimetri, Winnie e Willie sono pupazzetti ripresi con effetti di stop motion, grazie ai quali l’ombrellino di Winnie brucia o viene strappato dal vento e la montagnola si trasforma in una grottesca torta nuziale o in un bicchiere pieno di pezzetti di carbone. Giulia Dall’Ongaro ed Enrico Deotti, i due di Teatrino Giullare, non sono nuovi a imprese impegnative, hanno affrontato a loro modo Pinter, Bernhard, Koltès. Ma questo micro-progetto ha l’ingegnosità dello spettacolo che li aveva rivelati, un Finale di partita realizzato su un tavolino sul quale i personaggi beckettiani venivano mossi come pezzi degli scacchi. È sorprendente l’assoluta continuità fra la nostra condizione odierna, le parole di Beckett ( «…una tale paura di trovarsi certi giorni con delle ore davanti a sé prima del campanello del sonno») e la tecnica usata per rappresentarle.