(una tragedia contemporanea)
uno spettacolo costruito, interpretato e diretto da Teatrino Giullare
testo di Davide Carnevali
scene Cikuska
luci Francesca Ida Zarpellon
si ringraziano Gianluca Vigone e David Sarnelli
Una coproduzione Emilia Romagna Teatro Fondazione e Teatrino Giullare
con il sostegno della Regione Emilia Romagna
Spettacolo vincitore dell’Excellent Play Award 2019 all’ 8° International Theatre Award della Central Academy of Drama di Pechino (Cina)
Menelao perché sei morto? Pane e vin non ti mancava, l’insalata era nell’orto, e una casa avevi tu.
Inno omerico, VI sec. a.C.
Menelao, l’uomo più ricco della terra, sposo della donna più bella del mondo, re di Sparta e vincitore della guerra di Troia, ha tutto ma non la felicità. Intuisce che qualcosa non funziona nella sua vita apparentemente così comoda; eppure non è capace di fare qualcosa per cambiare la sua situazione. Figlio di una società in cui il mercato tende a mantenere aperto l’orizzonte del desiderio perché questo non sia mai soddisfatto, il protagonista si confronta con aspirazioni eternamente incompiute. Non gli basta quel che la vita gli ha dato e desidera ciò che non ha. Vorrebbe morire come un eroe, ma non è questo il suo destino; vorrebbe vivere felice come una persona qualsiasi, ma non si accontenta di esserlo.
Rielaborazione ironica e contemporanea dei miti legati alla casa degli Atridi, ma anche riflessione sul concetto di “tragico” nella contemporaneità, Menelao ha ricevuto la Menzione Speciale della Giuria al Premio Platea e viene per la prima volta messo in scena.
Debutto: Bologna, Arena del Sole, 16 febbraio 2019
repliche:
Bologna, Arena del Sole dal 17 al 28 febbraio 2019
Bologna, Vie Festival dall’1 al 3 marzo 2019
Castrovillari, Primavera dei Teatri, 30 maggio 2019
Pechino e Tsing-Tao (Cina): 1-9 novembre 2019
Modena, Teatro delle Passioni: 12-24 novembre 2019
Sasso Marconi, Teatro Comunale, 16 marzo 2020, (annullato causa Covid 19)
Venezia, Teatro Cà Foscari, 23 aprile 2020, (annullato causa Covid 19 )
Sasso Marconi, Teatro Comunale, 13 giugno 2020 (annullato causa Covid 19 )
Pistoia, Teatro Funaro, 16 giugno 2020, (annullato causa Covid 19 )
Piacenza, Teatro Gioia, 9 ottobre 2020 (annullato causa Covid 19 )
Brescia, 28 novembre 2020 (annullato causa Covid 19 )
note di regia
Un’idea esce dalla testa e la tragedia ha inizio. Tutta colpa della ragione.
Menelao si arrovella, affina a tal punto il conflitto con le sue aspirazioni da non riuscire più a far distinzione tra idee e azioni, incapace di vivere e di amare.
Tra libri e statue, segni della memoria, sotto lo sguardo severo di déi irriverenti, Menelao cerca una ragione alla sua vita e non la trova.
Non è riuscito a diventare quel che voleva essere, non è un eroe, non ha un posto da protagonista nelle storie, è solo un personaggio minore, e così inventa le proprie imprese e le scrive, tentando di costruire il proprio personaggio, un altro sé stesso, un eidolon anche lui impedito a vivere.
Un cortocircuito tra reale e immaginario, un doppio gioco in cui pesano parole disperatamente comiche e in cui il mito affiora affrontando l’amore, il sogno, la coscienza, la morte.
Eppure Menelao ha tutto, vive nel benessere, ma non riesce a godersi la vita. E cercando vanamente la soluzione alla sua infelicità esce dal tempo, non vive, non muore.
Uno stallo depresso causato da desideri confusi, un uomo che si confronta con l’immagine che vorrebbe di se stesso: una tragedia contemporanea.
la recensione di Renato Palazzi sul Sole 24 Ore: Menelao_Renato_Palazzi_Sole24Ore
estratti di rassegna stampa:
Un fuoco di fila di mirabolanti invenzioni. Renato Palazzi, Il Sole 24 Ore
L’allestimento dilata, moltiplica i livelli, apre squarci di meraviglia. Massimo Marino, Corriere della Sera/Corriere di Bologna
Una polifonia di cartapesta e flussi di coscienza, in cui la finzione scenica farà vestire al “non-eroe epico” dei panni assolutamente inaspettati. Eleonora Poli, Gazzetta di Modena
Come il tempo anche la forma umana è incompiuta, imperfetta: non più le armoniche proporzioni del corpo, secondo il canone di bellezza classico, ma la forma di un burattino, di un pupazzo, rappresentazione di un essere umano diminuito. Ivanoe Privitera, La Lettura (Corriere della Sera)
Teatrino Giullare porta a compimento un’operazione di grande pregio, estetico, con riguardo alla ricchissima macchinazione scenica, e concettuale, mettendo in scena in forma così complessa, compiuta, simbolica un testo dalle pieghe non banali, conferendogli, per ossimoro ambientale, un ritmo filosofico molto contemporaneo.
[…] Menelao è una creazione riuscita che merita molte repliche e l’attenzione di chi ama il teatro, le sue magie, e nonostante tutto serba pietà per la miseria umana. Renzo Francabandera, Pane acqua culture
Una sopraffina cura dello storytelling e dell’arte attorale.[…] Dall’Ongaro e Deotti hanno negli anni dato forma a un linguaggio assolutamente personale, fondato su un sottile artigianato della scena. Due sono i corpi, due le voci, decine le presenze. Sergio Lo Gatto, Teatro e Critica
Altissimo artigianato scenico che ci fa ridacchiare per le paturnie di questo eroe mancato, ma non senza provarne umana comprensione. Bravi. Claudia Cannella, Hystrio
Un intelligente e spiritoso divertimento teatrale. Giuseppe Liotta, Hystrio
Sarcastico, divertente, ritmicamente brillante soprattutto in alcuni punti del suo incedere verso il finale mette in luce anche la grande abilità attoriale dei protagonisti. Vincenzo Alvaro, ABM Report
Consueta raffinatezza visionaria e capacità d’invenzione […] Racconto che procede per meravigliose costruzioni di materiali contaminati e confusi, statue/oggetti d’intensa capacità evocativa, sculture mobili di cartapeste preziose, oggetti resi vivi e parlanti, minuscole marionette per replicare attoniti personaggi, e corpi d’attore dati in prestito ad ansiose apparizioni d’emozionanti scenografie fisiche nel tempo incantato del racconto. Giulio Baffi, Rumorscena
Tra tragedia e opportuni slanci ironici, Giulia Dall’Ongaro ed Enrico Deotti si misurano in carne e ossa con le loro creature di varie fatture e grandezza, che animano in un continuo scambio di ruoli. MarioBianchi, KLP
Una crisi esistenziale raccontata con sapienti trovate sceniche […] notevolissime capacità di ventriloquismo e mimica e con l’arguta scelta di incastrare, confondere e scambiare continuamente personaggi e manichini. The BlogArtPost
L’allestimento e le scene incidono profondamente sull’interpretazione della storia, connotano in maniera espressiva la drammaturgia tragica ma anche ironica di questo Menelao afflitto e depresso. Daniela Camarda,Teatro.it
Protagonisti sul palco sono le virtuose illusioni di Teatrino Giullare, il quale accoglie la sfida delle parole che invocano eroismo e Ragione con una messa in scena figurativa ed elegante, che risponde all’artificio concettuale con quello figurativo. Maria D’Ugo, enricopastore.com
L’umorismo diventa una potente arma in scena, una lama spessa e affilata che taglia la tensione tra pubblico, attori e personaggi che, tra deliri e prese di coscienza, hanno il buon senso di rinsavire. Maurizio Dall’Acqua, Gufettopress
L’utilizzo degli oggetti non banale, i personaggi-pupazzi che escono da enormi tomi come a ricordarci il loro legame con la storia, la magia che si respira in certi passaggi sono solo alcuni dettagli che fanno la differenza. Andrea Vezzosi, Fermataspettacolo.it
Due bravissimi attori. Antonella Pizzolla, Modulazioni temporali
Un’ironia oscillante tra il raffinato e il gergo popolare che porta lo spettatore a numerosi momenti di riflessione. Emanuele Di Luccio, Gufetto.press
Assistere a questo spettacolo è come assistere a duemila anni di storia del teatro condensati nel tempo, nei luoghi, nei mezzi.
Cultursocialart
Le aspirazioni incompiute diventano occasioni comiche che mortificano il mancato eroe, divertendo il pubblico di una sala gremita. Permanerecontromano.com
Una spiritosa attualizzazione della storia di un uomo ricco e fortunato, ma condannato dal mito a un ruolo perennemente secondario. Notevole l’impegno produttivo, anche nella scenografia. Claudio Facchinelli, Corriere Spettacolo
Un testo di cui non si può non elogiare la sapiente costruzione scenica, oltre che l’interpretazione e il lavoro artigianale fatto dai due attori. Angela Albanese, Doppiozero
Uno spettacolo che si lancia nel postmoderno ma rimane profondamente classico, grazie alla raffinatezza e all’inventiva dei suoi autori, visionari e coraggiosi. Valentina Arichetta, Sipario
Una perla da non perdere. Andrea Marcheselli, La Gazzetta di Modena
foto: Luca del Pia